Studio di Psicologia e Psicoterapia Saronno

Ansia e disturbi d’ansia. Quando e perché chiedere aiuto?

Molte delle persone che si rivolgono al nostro studio di Psicologia e Psicoterapia Saronno, si presentano con una richiesta ben precisa:

“ Dottore, vorrei che mi togliesse questa forte ansia che mi prende. Vorrei non avere più ansia.”

In realtà questo è un obiettivo impossibile e irrealistico.

Per capire con che cosa abbiamo a che fare, bisogna tornare indietro nel tempo. Si tratta, infatti, di un’evoluzione di una risposta intrinseca nell’animo umano, nata appositamente per avvertire l’uomo di un pericolo imminente. E’ pensata per dirci che attorno a noi c’è qualcosa di pericoloso, per cui è bene essere preparati per reagire.

L’ansia è quindi un’emozione normale, presente fin dalla nascita ed è una parte fondamentale della nostra vita in quanto funzionale alla sopravvivenza. L’ansia è quindi progettata per mantenerci al sicuro e per questo motivo è impossibile toglierla.

Ma a volte, purtroppo, questo sistema di sicurezza va in tilt e comincia a provocare disagio e malessere anche quando non c’è un vero e proprio pericolo.

Quali sono i sintomi dell’ansia?

I sintomi si manifestano attraverso forme di tipo fisiologico:

  • aumento del battito cardiaco
  • aumento della concentrazione per affrontare la minaccia
  • attacco – fuga

Nel dettaglio, l’ansia si manifesta con palpitazioni, difficoltà respiratorie, difficoltà di deglutizione, tremori, tensioni muscolari, difficoltà di concentrazione e di memoria fino ad arrivare ad una vera e propria paura di morire o perdere il controllo.

Quali sono i disturbi d’ansia?

Quando l’ansia diventa elevata e i sintomi si presentano costantemente per un lungo periodo di tempo ci troviamo a che fare con veri e propri disturbi d’ansia che possono essere così suddivisi:

  • Attacchi di Panico
  • Agorafobia e Claustrofobia
  • Fobia sociale
  • Fobie specifiche

L’attacco di panico comporta l’insorgenza improvvisa di sintomi quali: tremori agli arti, senso di oppressione al petto, sudorazione eccessiva, sensazione di soffocamento, respiro corto o sensazione di asfissia, sensazione di svenimento , tachicardia e palpitazioni,  formicolio e parestesie agli arti accompagnati da paura di morire, impazzire o di perdere il controllo.

Si tratta di un’esperienza che sin dal primo esordio stravolge e condiziona la vita, vissuta con un profondo senso di insicurezza e di vergogna, con il terrore che possa ripetersi.

L’agorafobia è la paura degli spazi aperti ( piazze, supermercati, folla…) mentre la claustrofobia è la paura degli spazi chiusi ( ascensore, metropolitane, gallerie); spesso questi disturbi si manifestano dopo un attacco di panico in quanto persiste la paura della paura che l’attacco possa presentarsi di nuovo.

La fobia sociale riguarda invece la paura eccessiva ed immotivata nel frequentare persone o gruppi di persone per paura del loro giudizio, del sentirsi inadeguati o non accettati; le persone con fobia sociale provano ansia e vergogna nel parlare difronte ad un pubblico e in tutte  quelle occasioni che richiedono relazioni sociali.

Le fobie specifiche sono paure verso oggetti o situazioni ben definite come per esempio animali, altezza, punture etc. In questo caso la persona prova tutti i sintomi dell’ansia e cerca in tutti i modi di evitare le situazioni fonte di ansia.

Quali sono le cause? 

Da un punto di vista sistemico ciò che è importante non è tanto capire l’origine delle paure bensì capire quali sono i diversi significati che l’ansia assume all’interno della storia personale del paziente e del suo contesto di appartenenza. Definire le cause a priori sarebbe quindi non appropriato e poco utile in quanto ogni storia è a se ed ogni persona è portatrice di significati che appartengono al proprio contesto d’origine.

Quindi quale diventa l’obiettivo terapeutico in caso di ansia che crea disagio fino a compromettere le normali attività quotidiane di un individuo?

Prima di tutto bisogna imparare a riconoscere i sintomi  per poter gestire l’ansia nel migliore dei modi e far si che questa non diventi invalidante; spesso il paziente trova delle strategie per affrontare le situazioni ansiose che però, se apparentemente funzionali all’inizio, a lungo andare possono diventare inadeguate se non addirittura dannose.

Per questo è fondamentale affidarsi ad un buon professionista in grado di aiutare il paziente a gestire, in primis, l’ansia in modo più funzionale e che, successivamente, lo aiuti a capire il ruolo dell’ansia all’interno della propria storia di vita per capire insieme se e come sia possibile una remissione totale della sintomatologia.

Dott.ssa Francesca Fabiani